giovedì 3 luglio 2014

Brilliant Fears

4 giugno 2014

Sento il peso gravare sulla schiena. 
Sento quella sensazione di durezza conficcarsi nella schiena, fino a toccare l'osso, la spina dorsale, spezzarla in mille pezzi, piccoli, sfaccettati, dalle caleidoscopiche forme. 
I sogni, i desideri, le passioni si trasmitano in orride bestie, in demoni notturni che si poggiano sull'osso sacro. 
I loro artigli, neri ed affilati, lacerano le membra. 
Creano solchi oscuri... In ciò si perde il mio sguardo, vacuo, vuoto, vitreo. 
La paura, meschina e silenziosa, si insinua negli antri oscuri della mente, magnifica e spaventosa contemporaneamente, senza resistenza alcuna, come se fosse un'esercito, rumoroso ed altisonante, che invade un castello abbandonato, vuoto, ormai decadente. 
Svegliarsi una mattina, rendendosi conto della vuotezza dell'esistenza umana, della propria esperienza di vita. 
Immagino con orrore quella scena, quel volto vuoto, deturpato dalle scelte più sbagliate, dalla mortale colpa di non essere bravo abbastanza, di essere uno dei tanti, di essere tanto unico quanto un verde stelo d'erba in un prato. 
Vivere, in una visione globale della mera esistenza, risulta essere un'impresa tanto assurda da intraprendere. 
Solo un'essere folle, irrazionale, oserebbe combattere tale fatal conflitto. 
Il piacere, che si prova nel sentire il dolore di questa inutilità, pervade ogni cellula del mio opaco sangue, del mio essere allucinato. 

Godere del dolore. 

Godere della paura. 

Godere di ogni più umana ed inutile sensazione è la chiave. 

Quella paura, quei terribili mostri che disegnano carnali segni sull'umana pelle, sono la chiave di volta. 
Girati e guardali, dritti nei loro sanguigni occhi lucenti, nutriti di ciò che vedi, fai del loro spirito il tuo pane. 
Prendi, afferra e distruggi quell'inutile mondo notturno. 
Cammina, combatti e sconfiggi questa inutile vita. 
Sii il dorato cavaliere che vince l'inutile, sfuggevole e fallimentare battaglia chiamata vita. 
Brilla. 
Sii te stesso. 
Sii fiero. 

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