lunedì 15 luglio 2013

•366•

Non ho idea di che ora sia, so solo che una dannata sveglia, con quel suo suono trillante, che ti entra nelle orecchie, sta disturbando i mio sonno. 
Mi alzo, completamente rimbambita e ancora trasudante di sonno, per spegnere quell'aggeggio infernale. 
Mentre mi avvicino alla scrivania, mi guardo in giro, per capire dove sono, per capire se qualche anima pia è qui con me. 
Non c'è nessuno nella stanza da letto, nemmeno Narciso, mi chiedo dove sia. Sono appena le nove del mattino, il suo cellulare è sulla scrivania, di sicuro non è ancora uscito. Sento il rumore dell'aspirapolvere al piano di sopra; dire che è fastidiosa è un'eufemismo. 
Rimetterai a dormire non è più un'opzione. 
Mi vesto di fretta, indossando le prime cose che mi capitano in mano. 
Sono curiosa di capire dove e cosa stia facendo Narciso a quest'ora del mattino visto che ieri non è tornato a casa prima delle due e mezza. 
Salgo le scale, piano, con calma, tanto, almeno in teoria, non mi corre dietro nessuno e se lo facesse... I DON'T CARE!! 
Al piano terra c'è solo la donna delle pulizie, un'indaffarata donnina dalla pelle scura e dai capelli neri... Una comunissima e simpatica peruviana di cui non ricordo minimamente il nome. Sarà perché non ci ho mai parlato. Sarà che non si è mai accort della mia presenza in questa casa, troppo grande per una ragazza bella ed invisibile, troppo perfetta per farti sentire il cappio della solitudine intorno al collo. 
Eccolo. 
Sono in giardino, con la mano destra mi copro gli occhi dalla luce troppo forte del sole, per riuscire a vedere cosa stia facendo il ragazzo dai capelli corvini davanti a me, tesoro proibito della mia silenziosa caccia mattutina. 
Ha la testa leggermente inclinata, per osservare bene il foglio davanti ai suoi occhi. 
Mi avvicino, totalmente inosservata come sempre ormai. 
Sul tavolo, attorno al foglio, ci sono sparsi pennelli, pezzi di carboncino, bicchieri pieni di acqua colorata e una scatola di acquerelli. 
Sul foglio, vi è uno sfondo dai colori molto accesi, chiaramente fatto ad acquerello, e, al centro, un viso, appena abbozzato, dai tratti maschili, leggermente efebici, dalle proporzioni strane, come se fosse disegnato in quel modo apposta. Sicuramente lo è, ma non ne comprendo il motivo. Vorrei essere nella testa di Narciso adesso, per capire il perché della strana opera appena conclusa. 

"Narciso, io mi cambio e vado..." 

Sento urlare la donna delle pulizie alle mie spalle. 
Non ho idea da quanto tempo stia osservando Narciso e'il suo enigmatico lavoro. Mi sembra un secondo, ma deve essere da molto visto che la donna delle pulizie non stacca mai prima delle undici.

"Va bene Betty, ci vediamo domani... Chiudi a chiave quando esci. Grazie!"

Gli risponde a sua volta con un sorriso sul volto. 
Mi giro e la guardo volatilizzarsi dentro casa. Qualche attimo di silenzio e sento la porta di entrata chiudersi dietro di lei. 

"Okei... Mi devo lavare e vestire...." 

Sussurra Narciso, presuppongo a se stesso, mentre si allontana dal tavolo sotto il gazebo, lasciando tutto li... Colori, pennelli, disegno, tutto. 
Lo seguo in bagno, senza perdere tempo si sveste, mostrando il suo corpo in tutta la sua magrezza, si butta sotto la doccia. 
Mezz'ora ed è pronto, vestito, con i capelli ricci e corvini ancora bagnati. 
Tiene stretto in mano il cellulare, vibra. Sembra titubare sul rispondere o meno. 

"Dimmi!"

Lo vedo sorridere mentre risponde col viva voce del cellulare attivato. 

"Sono qua." 

La chiamata si chiude subito, senza che Narciso possa aggiungere altro, mentre Inserisce la chiave nella porta chiusa dietro di me. 
Grazie a dio, mi sono vestita pure io... A quanto pare, si esce adesso. 
Cammina piano lungo il vialetto, a volte è davvero imbarazzante il modo accentuato con cui sculetta, nonostante lo faccia per ironizzare su se stesso, come fosse l'attore protagonista della commedia teatrale che è la sua vita. 
Davanti a casa c'è parcheggiata una macchina nera, non ne sono certa vista la mia ignoranza in materia automobilistica, ma credo sia una Serie1 della BMW.... Non che la cosa mi interessi. Ora come ora mi interessa che i posti a sedere dietro siano spaziosi e comodi visto che è li che passerò il mio tempo, in silenzio. 

"Hei piccolino..." 

Gli sussurra Stefano mentre gli sfiorara le labbra con le sue, per salutarlo. 
Narciso, al contatto della pelle del ragazzo si irrigidisce, sembra di pietra, immobile. 

"Scusa... A volte mi dimentico che hai bisogno un po' di tempo con una persona prima di accettare che ti tocchi. Solo che dopo l'altro giorno desideravo tanto farlo..." 

Narciso tace, ancora perfettamente fermo sul sedile. Non muove un muscolo. 

"Dimmi qualcosa..." 

"Tu incomincia a partire, dammi un'attimo..." 
 
Gli risponde.
Stefano mette in moto, in men che non si dica sfreccia nel traffico, verso una meta a me ignota. 
Che ansia non sapere mai nulla finché non accade. 
Mi chiedo perché non sono come le Parche in Hercules... Io dovrei sapere tutto... PASSATO, PRESENTE E FUTURO. Iincece no, io mi accontento del PASSATO! 

"That's not fear!!!"

Sento quella frase, che tanto si addice alla mia attuale condizione, farsi spazio, con forza e prepotenza, dentro di me, come fosse un fiume in piena che travolge tutto. 

"Hai pensato all'altro giorno? A quello che ti ho detto..."

Gli sussurra Narciso, con la sua classica voce roca, il suo ormai caratteristico tratto.

"Si... Ieri. Non. Te. L'ho. Detto, ma non sto più con la mia rag... Cioè exragazza." 

"Perché non me lo hai detto?" 

Gli chiede Narciso, curioso. 

"Perché non me la sentivo di parlarne con qualcuno... E perché non volevo che pensassi che l'ho fatto per te; sapevo che ti saresti arrabbiato." 

"Perché?" 

Gli chiede nuovamente, ironico. 
Stefano sembra calmo, ma se io fossi in lui già mi starei scaldando. Sembra di colloquiare con una cazzo di strizzacervelli che ti risponde solo con domande, mai con normalissime affermazioni che finiscono con un santissimo punto esclamativo. 

"Perché mi hai ripetuto fino alla morte che dovevo lasciarla per me stesso e per lei, perché voglio bene ad entrambi. E perché dovevo smetterla di prendere in giro lei e me stesso." 

"E perché lo hai fatto?" 

"Non è importante..." 

Narciso, con la voce rotta in gola, scoppia a ridere, come se non gli importasse del tono abbattuto che facilmente è palpabile nella voce del suo... Amico? Ragazzo? Frequentatore? Compagno di lemon-party? 
Bho, non ho ancora ben capito cosa sia questo benedetto ragazzo per Narciso. 

"Il fatto che tu non mi dica che lo hai fatto solo perché se no ti avrei lasciato, non vuol dire che io sia così stupido da credere che tu lo abbia fatto per altri motivi!"

Parla in tutta calma, mentre gira la testa, piano, in modo assolutamente calcolato e pensato, verso il povero cristo accanto a lui. 
Se parla piano, tranquillamente, i suoi occhi dicono tutt'altro.  
Cosa? Nuovamente non ne ho idea. Probabilmente dicono la frase preferita di Narciso... 

"IO TE L'AVEVO DETTO CHE LO FACEVI SOLO PER QUELLO!!!"

"Comunque dove stiamo andando Ste?" 

Dice nuovamente tranquillo con un grande sorriso stampato sul volto.  

"A casa mia... E smettila di fissarmi con quel sorrisino che mi distrai..." 

"Che facciamo a casa tua?" 

Risponde eccitato, ma continua comunque a guardarlo. 
Stefano si gira di sfuggita a fulminarlo con lo sguardo per qualche millesimo di secondo.

"Ah si giusto... Basta fissarti se non voglio distrarti dalla tua esagerata guida sportiva!" 

Con una mano si allunga verso lo stereo ed alza la musica. Dalle casse sento risuonare le note dei Kazaky, l'ultimo eccesso musicale di cui si è innamorato Narciso.... È stato carino Stefano a fare un cd per Natciso... Almeno credo, vista la quasi totale assenza di romanticismo nella persona del nostro inusuale amico. 
Guardo la televisione, un documentario su non so cosa, non sto prestando molta attenzione alle immagini e ai suoni che emette lo schermo piatto davanti. Trovo molto più interessante ascoltare quei due che chiacchierano mentre mangiano. 
Il discorso principale, dopo aver deciso cosa fate nel corso della serata, si è spostato sulla ragazza, cioè exragazza di Stefano... A quanto pare l'ha lasciata dicendole che non l'amava più e andare avanti significava solo dirsi bugie e fingere qualcosa che non c'era più. 

"Quindi non le hai detto nulla delle tue tendenze? O di me?" 

Gli chiede calmo Narciso, di punto in bianco, interrompendolo. 

"Esatto... La mia sessualità... Te.... Sono fatto miei, non suoi. 
Adesso che ne dici di accompagnarmi in camera e aiutarmi a decidere che mettere?" 

Cala il silenzio, sento solo il rumore dei loro passi. Mi alzò pure io dal divano, qui mi sto annoiando e non riesco a capire cosa stanno facendo. Molto della serie, io si che so farmi i Cazzi miei.... 
Narciso è seduto sul letto a gambe incrociate, che osserva Stefano, in piedi davanti a lui con addosso solo un paio di boxer neri che gli fanno risaltare il pacco.ha un bel corpo, ben definito, nemmeno un pelo... Probabilmente si depila. Mi chiedo come la sua ex possa averlo scambiato per un'etero eterissimo e convintissimo. Bah.... 
 
"Smettila di guardarmi così che se no non risponderò delle mie azioni... Piuttosto dimmi cosa mettere!" 

Gli fa una linguaccia.

"Vestito così a me piaci tanto sai? Potresti uscire così... E poi   Ha davvero importanza il mio parere? Tanto passeremo praticamente tutta la serata divisi..." 
 
Narciso parla con gli occhi bassi, non lo guarda negli occhi. Mi chiedo a cosa stia lensando. 

"Perché dovremmo passare tutta la serata divisi?" 

Gli risponde Stefano, con una faccia molto confusa. 

"Non è mica questa la regola quando usciamo in posti pubblici? Non fare nulla che possa far saltare la tua copertura... Quindi, niente sguardi, mantenere le distanze di sicurezza e parlarsi poco se non quando lo si fa in gruppo?" 

Strfano si siede accanto a lui è allunga la mano destra verso il viso di Narciso, gli poggia due dita sul mento e lo costringe ad alzare il volto verso di lui. Lo bacia dolcemente, piano, giocherellando con la lingua lungo il labbro inferiore di Narciso. 
Appoggia la fronte contro quella di Narciso. 

"Smettila di fare così... Adesso quelle regole non valgono più okei?" 

Il sorriso arriva subito sulle labbra di narciso, che annuisce alle parole del... Del... Del... Non ho ancora capito cosa! 

"Quelli, quella, quelle scarpe e quella giacca!!" 

Mentre parla, veloce come un treno, indica delle scarpe, dei pantaloni, una giacca e una camicia. 
Stiamo camminando nel parcheggio, in silenzio. Quei due si guardano negli occhi, intensamente, uno accanto all'altro; non si tengono per mano. 

"Stai bene? Sei sicuro?" 

Gli sussurra Narciso. 

"Devo bere qualcosa prima di tutto... Poi le cose vanno come vanno." 

"Cosa vuoi bere?" 

"Qualcosa di non troppo leggero... Ti va un'incendiario?" 

Siamo davanti al bancone, una fila di shottini prendono fuoco da ti ai miri occhi, ricoperti di bellissime fiamme blu che danzano aggraziate, bellissime e letali allo stesso tempo. 
Sento Narciso fare un respiro profondo, prima di impugnare un bicchiere in mano e mandare giù tutto d'un fiato. 
Quando lo riappoggia sul bancone, seguito a ruota da Ste, lascia cadere lungo i fianchi le braccia. 
La gente attorno a loro d'un tratto si ammutolisce, per quanto mi stia guardando in giro, non capisco il motivo. 
Mi rigirò verso quei due. 

"Oh cazzo..." 
 
Mi sfugge dalle labbra, senza che possa fermarmi. 
Nella mia testa rivedo molto bene, a rallentatore, la scena che si è appena svolta davanti ai miei occhi. 
Stefano prende la mano destra di Narciso nella sua, con forza. In un nano secondo, lui è tra le braccia del ragazzo che lo stringe forte a se. Appoggia la fronte contro quella di Narciso e, dopo aver inspirato forte, appoggia le labbra contro le sue è inizia a cacciarlo. 

martedì 2 luglio 2013

•365•

23 Giugno 3013
Prendere il sole mi sembra inutile oggi, il cielo azzurro, rischiarato dall'intesa luce del sole, è oscurato da inutili nuvole grigie. È più il tempo che passo all'ombra che al sole come una lucertola sulle rocce. 
Mi alzò, non ho molta voglia di fare qualcosa, sarà che non ho dormito quasi nulla stanotte e mi sento non poco stanca. 
Tutta colpa del cellulare di Narciso che alle sei meno un quarto ha deciso di squillare come non ci fosse un domani, come se la gente alle 5.45 di domenica mattina non dorma. 

"Pronto... Chi è?" 

Ha risposto Narciso, con la voce ancora impregnata  di sonno. 

"Tesoro ma non andiamo a messa?!?" 

Dall'altra parte del telefono, risponde una voce squillante, troppo vista l'ora. 

"Nonna ma da quando vado a messa?!? Alle sei di mattina poi?!?" 

Narciso parlava irritato. Non capiva il motivo della richiesta, non era mai stato tipo da messa. 

"Ma oggi è un giorno importante... È l'anniversario della tua quasi morte caro... DEVI ANDARE A MESSA!!" 

"NONNA MA PER FAVORE!" 

Le ha attaccato il telefono in faccia, senza nemmeno salutarla. Aveva tutta l'aria di essere nero per l'incazzatura.
È rimasto a letto a guardare il soffitto per qualche ora, rigirandosi nel letto, pensando a che razza di strani parentele avesse.
Una cosa era certa, se la gente gli diceva che lui non era normale, era solo perché non conoscevano la sua famiglia.
All'alba delle dieci, quando la casa era ormai deserta, si è deciso ad alzarsi, di controvoglia. Il citofono suonava ormai da dieci minuti buoni, come se la gente non si rendesse conto che la domenica si è soliti dormire fino a tarda mattina a casa di Narciso o, almeno, rimanere a letto.
Dopo essersi messo un paio di short bianchi, candidi, una maglietta un po' scollata azzurra, troppo grande per essere sua, ed un paio di espadrillas dello stesso tono é salito al piano terra ad aprire la porta.
Dopo averla spalancata, è rimasto di sasso davanti alla scena demenziale che si stava svolgendo davanti ai suoi assonnati occhi.
L'altra sua nonnina, camminava lungo il vialetto della villa con una torta di fragole e panna con una grande candelina a forma di uno accesa. Gli si è fermata davanti, pronta a parlare e dire qualcosa.
Non ne ha avuto il tempo.

"NONNA COS'HAI IN MANO?!?"

 Una faccia shokkata gli era dipinta in volto, forse sconcertata, non so a dire il vero.

"UNA TORTA PER L'ANNIVERSARIO CARO!!!"

 Alla faccia di Narciso, sua nonna ha risposto con un'enorme sorriso a 365 denti, troppo bianchi e troppo dritti per una tipica nonnina comune.
Nella testa di Narciso, ci scommetto, lampeggiava a un'enorme scritta al neon con scritto DEMENZA SENILE ECCOCI!!!!
Nonostante la situazione totalmente anormale che Narciso si trovava a vivere ha reagito in modo molto normale... Ha fatto un caffè e ha mangiato tranquillante una fetta di torta, chiacchierando con la nonna del tempo e della imminente, si fa per dire, partenza per la Sardegna.