lunedì 3 marzo 2014

Nuovi pensieri, un nuovo inizio

3 Marzo 2014 

Guardo fuori dalla finestra, immensi spazi si aprono nella mia mente... Campi soleggiati, cieli celesti senza nuvole. Immaginazione, nulla più. 
Fuori piove, a dirotto, come non ci fosse un domani. 
Sembra davvero la fine di questo desolato e triste mondo. 
Sembra la fine di questo triste pendolo, che oscilla tra noia e dolore. 
Studio una banale lezione di matematica, materia inutile. Più cerco di capirla, più mi sento stupido. Più studio, meno capisco e il caos della mia mente aumenta esponenzialmente di un numero infinitamente grande. 
È così strano scrivere qui, vergare nere parole su queste giallognole pagine che non mi appartengono. 
Sulla prima pagina, prima di addentrarsi in questo labirinto di inchiostro, c'è scritto il nome della proprietaria. 
Annina... Quel nome, lo sento tuonare nella mia mente.  
Mi è dolce naufragare nei ricordi del breve ed intenso periodo passato insieme. 
Mi chiedo dove possa essere quella ragazza. La mia sola ragazza. 
L'unica donna della mia vita, del resto trovarne un'altra sarebbe tragico. 
Ci sarebbero troppi problemi tecnici. 
Ci sarebbe una mancanza troppo grande, o troppo piccola in alcuni casi, per funzionare.
Ultima pagina scritta. 
Poche parole dolci e malinconiche stonano nella prefazione della pagina per lo più intonsa. 
Il vuoto ha una sua innocente perfezione che quasi mai viene capita. 
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Certamente,nella noia di chi sà quando, troverai questo scuro diario... Dopotutto, appartiene più a te che a me. Continualo te... 

Con amore.
Annina
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Dire che non sono poi così certo se farlo davvero o meno è inutile... Ormai sto scrivendo.
Sarebbe sciocco pensare che non lo farò. Omai è troppo tardi.
Generalmente mi capita di essere preso da impulsive e compulsive manie scrittorie deliranti.
Mi capita di essere preso da chissà quale flusso di pensieri che mi ritrovo a mettere per iscritto non so nemmeno perché. 
Ci metto sempre un po' a tendermi conto di avere la penna in mano e che non sto solo pensando. Scrivo e, nel durante, dico ad alta voce quello che andrà a finire si carta. 
Mi sento sempre un po' folle a parlare da solo... Specialmente se non mi rendo conto che mentre parlo, scrivo. 
L'apice della follia è quando, anziché scrivete da sinistra verso destra, mi ritrovo a scrivere da destra verso sinistra. 
In quei momenti sento un versetto della Bibbia irrompere prorompente nella mia testa «La mente del saggio va verso destra...» 
Ora come ora, non ricordo da quale libro sia preso.... Forse, dalle Ecclesiastes. 
Insomma, sono dannato per la SANTISSIMA SEDE. 
Eretico e folle, due aggettivi che direi mi calzano a pennello! 
È anche vero che, in ventun'anni di vita, non ho mai avuto grande speranza di avere la cattolica approvazione. 
Sarà per l'omosessualità da cui non mi allontano mai.... Sarà che la leucemia mi è bastata e non ho voglia di ammalarmi anche di eterosessualità. 
Che cosa di cattivo gusto diventare un'invertito eterosessuale.
In questo momenti di riflessione, sulla mia identità di genere, mi manca Anna... 
Quando stavo con lei, essere un'invertito eterosessuale era una cosa normale. Sarà che, probabilmente, nient'altro era che la malata e rara proiezione mentale di un'altrettanta malata e rara malattia. 
Ormai pensare a lei, dopo aver trovato questa raccolta di reali racconti, mi fa pensare alla scrittura. 
È sempre stato un raro hobbye per me. 
È sempre stato un raro modo di sfogarmi in tempi duri, in periodi oscuri della mia vita... A volte a causa di cadaveri e fantasmi, a volte a causa di rare malattie, a volte a causa di portatori mentalmente instabili di pene e, altre volte ancora, a causa di una totale indecisione su quali scarpe comprare. 
Un diario normale, si chiederebbe oggi che mai sarà successo per portarmi a scrivere tali follie senza né capo né coda.  
Sono della convinzione che come l'arte, la vita sia piena di cose quite uselesse; e che la vita stessa sia la più alta forma di arte, fatta di scelte tra la possibilità di essere e di non essere , fatta di eccessi, fatta di buon gusto, fatta di cose amazing. 
Una vita, per essere degna di essere definita tale, deve essere dedicata a cose complicate e ,se così non fosse, non vivremmo di eccessi. 
Certo, cose complicate... Così come di persone complicate. 
Ci si sente dire che si hanno pensieri, si passano serate insieme a quelle persone, l'una difronte all'altra, senza scambiare  una singola parola. 
Perché quei pensieri, che gli occupano la mente, per quanto lui dica il contrario, ti riguardano. 
E a te, in quel rumoroso silenzio, nel mezzo di un'affollato ristorante in centro a Milano, non è concesso di sapere se quei pensieri, quei dubbi siano in generale su voi due, su quello che state condidendo, o solo sul fatto che forse stai correndo troppo. 
Però lui ti piace, alla follia, forse perché è il primo che, in parte con la sua umiltà e timidezza, riesce a farti sentire adeguato, riesce a farti stare bene. 
Ti piace al punto, che riesci a star bene anche nel silenzio, in mezzo alle cose non dette, per lasciargli il tempo di riuscire a parlare. 
Per dargli il tempo, forse di chiudere, forse di chiederti scusa, forse semplicemente di andare avanti. 
Scrivere, forse, me lo hanno ispirati i mie celesti capelli, colorati in quel modo in un'attimo di non so cosa. 
E, quindi, siamo qui. 
Primo giorno, primo flusso di pensieri, prime parole che segnano un nuovo inizio. 

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