giovedì 25 giugno 2015

life of a brave butterfly

24 Giugno  2015•

Durante le estati milanesi, in metropolitana, che ci sia una temperatura torrida o gelida,l'aria é sempre afosa, impregnata del vapore acqueo prodotto da migliaia di corpi respiranti.
Senti quella strana ed innaturalmente naturale aria pesante appoggiarsi ed accasciarsi sul tuo corpo.
Sembra di pesare una tonnellata, invece, pesi solo 50 miseri chili.
In quanta miseri chili di sottopeso.
Vedere una farfalla in questo artificiale habitat é un miraggio, una oasi nel deserto.
Vedere una farfalla compiere i suoi ultimi volteggi, prima di precipitare al suolo ormai senza vita, in questo infausto luogo é straziante.
É orrendo.
É ripugnante.
É interessante.
É tanto raro quanto bellissimo.
É tanto orrendo quanto incessante.
É  tanto ripugnante quanto magnifico.
Tutti noi siamo quella misera farfalla... Quella misera farfalla che vola solitaria in un mondo solo, in un mondo che non ci appartiene.
Tutti noi viviamo un solo battito d'ali che dura una vita.
Nasciamo soli.
Viviamo in un certo qualsenso soli, poiché possiamo amare, possiamo essere circondati da migliaia di persone... Nonostante ciò, no stante tutti i vocaboli e le parole che potremo mai conoscere, nessuno saprà mai cosa c'é davvero dentro di noi e noi, soli, sapremo cosa nascondiamo nel nostro intimo.
 Alla fine di tutto, quando la luce e la brillantezza dei nostri occhi lascia spazio ad un buio senza fine... siamo soli. Anche se circondati da un capezzale di persone amate, siamo solo noi a... a morire.
Una vita solitaria, come ho detto.
Saremmo tutti, forse, condannati alla solitudine?
Saremmo tutti, forse, condannati alla vita?
Forse, il male di vivere non é altro che la vita stessa?
Una vita solitaria e senza un senso?
Non ho una risposta a queste domande nate da una morente farfalla.
Vorrei poterlo chiedere a qualcuno che ne sa più di me.
L'unica persona che mi viene alla mente é mia madre.
Lei sicuramente mi saprebbe dare una risposta.
Mia madre é stata quella farfalla.
Mia madre é precipitata al suo dopo il suo ultimo conteggio nell'aria.
Se non fosse stata la farfalla non saprebbe rispondere.
É stata quella farfalla e non può rispondere.
Che senso ha un condanna a tale ignoranza?
Passo la vita facendo cartamodelli, disegnando e cucendo. Il minimo comune denominatore é la previsione al millimetro, perché mezzo millimetro in più, o mezzo punto in più qualsivoglia, cambia tutto, rovina decine e decine di lavoro.... così, poi, la manica raggia, la,manica di gira, il pantalone torce, in filetto fa difetto.
Sette centimetri di vestibilità la giacca classica da uomo.
Sette, non sei virgola nove, non sette virgola uno... Sette. Solo sette!
Pensare che per quanto precisi si possa essere non saremo mai perfetti.
A quello si deve pensare, perché nonostante l'impegno non avremo mai sette punto, perché tra sette e sette virgola uno esistono un numero infinito di infiniti, uno più grande dell'altro, tutti più grandi di sette.
Allo stesso modo tra sette e sei virgola nove esistono un numero infinito di infiniti, ognuno di essi piu piccolo del precedente, tutti più piccoli di sette.
Nonostante gli sforzi, poiché sono infinitamente piccoli, cadremo sempre in uno di essi, mai in sette... vuoi per un errore involontario, vuoi perché la squadretta é danneggiata, vuoi per la mina.
In ogni caso, mai sette.
Che senso avrebbe sforzarsi, quindi, per nulla.
Del resto come può insegnare un'ottima sarta, un ferro da stiro può fare miracoli.
Miracoli.... Ma non é un dio, si possono fare fino ad in certo punto.
Amare, amare é il senso di questa vita.... amare il prossimo, perché noi siamo il prossimo di qualcun altro. Così, proprio queste parole ho sentito pronunciare da un giovane artista per le strade di Brera proprio ieri sera.
Na ha ragione? Non credo, forse sono troppo cinico.
Ma quello che mi ha insegnato la vita di certo non é questo.
Amare, verbo piacevole... piacevole come una farfalla.
Come la farfalla... ebbene si!
Anch'esso é una farfalla.
Anch'esso, in quanto tipico dell'uomo, é destinato a finire, terminare, cadere per sempre nel baratro dell'oblio... vuoi per un decesso vuoi per noia, vuoi per altro.
Anch'esso nasce solo, crescere solo e muore solo per i medesimi motivi dell'uomo.
Viviamo in questo mondo destinato alla solitudine e alla morte... che senso ha tutto questo? Forse nessuno, così mi risponderebbero in molti.
Il cinismo é uno dei paradigmi della mia persona.
Amare... Non posso accettare una risposta come questa.
Non posso accettare una risposta simile e, allo stesso tempo, non posso certo rifiutarla.
Certo, nasciamo in un mondo solitario e di certo non viviamo in funzione di un dopo.
Viviamo e basta, senza avere una meta, sarebbe troppo pensare che viviamo con qualcuno sopra che pensa a noi e al nostro dopo "vissero felici e contenti."
Credo di essere cinicamente diplomatico a sufficienza per una vita di mezzo .
Del resto vivo e respiro un settore che vive di sole speranze e nulla di più.
Credo che nasciamo, viviamo e moriamo in mondo fatto di solitudine.
Eppure, in tutto ciò, la vita ci propone una possibilità... Quella di distinguerci in mezzo ad un mondo tutto uguale, uguale nella sua solitudine comune.
Tale possibilità é quella di distinguerci dalla massa con l'impegno, la fatica, l'originalità, l'eccentricità ... distinguersi attraverso la diversità.




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