Non scrivo da tempo, non qui per lo meno.
Un nuovo progetto.
La mia vita é fatta di nuovi progetti... si rincorrono, uno dietro l'altro, veloci, come lampi nel cielo.
Ogni progetto, ogni volta, é una speranza, perché nonostante tutto il potenziale che si può avere, ma soprattutto le capacità, nel mio settore é tutto, sempre, un grande punto di domanda.
La mia vita é fatta di speranze.... si susseguono, veloci.
Scrivo, nella speranza di comunicare qualcosa.... Forse, scrivo per puro e semplice narcisismo. In realtà, poco importa la motivazione, semplicemente scrivo.
Mi sento brutalmente bloccato.
Dopo aver scritto trecento pagine, sono li, davanti ad una nuova pagina, all'inizio di un nuovo capitolo è, nonostante sappia cosa scrivere, mi ritrovo a pensare ad altro .
Mi ritrovo a pensare al perché.
Perché scrivere?
Per comunicare?
Ma comunicare con chi?
Con un mondo irragionevole, stupido?
Per comunicare con un branco di esseri dai quali mi sento diverso?
Vivo in una società che basa la propria vita su ideologie vecchie di migliaia di anni.
Idee retrograde e totalmente insensate.
Un mondo che si scandalizza davanti al nulla e rimane impassibile davanti alle cose che dovrebbero segnarla e, per l'appunto, scandalizzarla.
Proprio di recente l'opinione pubblica ha puntato il dito contro un cantante, noto per il suo apparire controcorrente, perché alla fine di un suo concerto ha bruciato su un palco una copia qualsiasi di un libro chiamato Bibbia.
Tralascerei, forse per non sembrare polemico, diatribe varie sulla sacralità che al giorno d'oggi diano al libro "compia&incolla" fantasy più venduto nella storia.
Tralasciando ciò, trovo ridicolo che si parli tanto di un fatto del genere e si rimanga in silenzio davanti ad un ragazzo che muore, suicida, perché omosessuale.,
O non si parli del docente che fa fare lezione in corridoio al povero ragazzo finocchio, proprio perché finocchio.
Ma io per chi scrivo? Per comunicare con chi?
Con la giovane e ricca casalinga che non sa come perdere tempo e che, tra un'amante e l'altro, la domenica trova il tempo di andare a messa e definirsi una buona e praticante cristiana.
Ma io per chi scrivo? Forse proprio per uno di quei preti che la domenica dicono messa?
Si proprio quei preti che tra una domenica e l'altra, trovano tutto il tempo di girare la sera nei gay bar milanesi per avere il deretano o lo gnomo di qualcuno in cambio di droga e denaro... Del resto, la "beneficenza" verso il prossimo, é uno dei principali credo del cristianesimo.
Ma io per chi scrivo? Forse, per l'americana impiegata comunale che si rifiuta di rilasciare il documento matrimoniale ad una malcapitata coppia omosessuale?
Si io scrivo anche per lei che, aggrappandosi alle sue vanesie credenze religiose, si rifiuta di svolgere il proprio compito.... del resto siamo tutti d'accordo che questa stessa donna ha divorziato ben quattro volte in virtù della sua forte cristianità.
MA IO PER CHI, SCUSATE IL FRANCESISMO, CAZZIBUS SCRIVO?
Capitano periodiu come questi, i cui giorni, sono scanditi dai dolci rintocchi delle tragedie.
Tragedie serie e, altre ancora, pure e semplici frivolezze.
Scrivo per un branco di uomini che prima urlano alla tragedia, al dolore per la morte della regina del circo e, in seguito, quegli stessi uomini, urlano all'ipocrisia per lo stesso lutto.
Scrivo per un branco di uomini che urlano all'orrore davanti alla questione francese e si lanciano in uscite
totalmente Anti-islamiche.
Poco dopo, però, proprio loro che fino a cinque minuti prima chiedevano a gran voce lo sterminio islamico di massa, urlano alla solo parziale colpa islamica.... "perché, loro, sono arretrati, indottrinati e, quasi tutti, costretti da pochi alle azioni terrostiche compiute".
Sia chiaro, non sto dicendo che l'isis sia colpevole o meno di ciò accaduto.
Ne sto negando che quella accaduta in Francia non sia una tragedia.
Certo, sono più che convinto che in ogni tragedia ci sia qualcosa di meravigliosamente attraente e stupefacente.... come se quel numero troppo grande di morti, quelle infinite dolci lacrime amare e quei corpi ormai senza vita servano, a noi rimasti illesi, a ricordarci che siamo vivi.
Come se ormai, in mezzo a questa noiosa vota fatta di tutto e niente, non ci bastasse più svegliarci al mattino e, semplicemente,VIVERE.
Forse, questa mia distorta visione della vita , delle cose, del mondo... Mi porta non solo a scrivere, ma anche a chiedermi per chi davvero io scriva.
Del resto, con una visione tanto distaccatamente attacca del mondo, non posso che trovarmi a creare un rapporto intellettualmente conflittuale col mondo.
Forse, questa mia distorta visione della vita , delle cose, del mondo... Mi porta, inevitabilmente, a darmi una risposta.
Una risposta molto semplice.
Vanità.
Pura e semplice vanità.
Del resto Non credo esista cosa più vera e bella della vanità stessa.
Quella stessa vanità che mi ha portato a scrivere re il mio primo romanzo. (quella stessa vanità che mi porta dire... Scaricatelo, leggetelo e, se volete, fatemi sapere che be pensate via mail.
)
Nessun commento:
Posta un commento